sabato 3 agosto 2013

The Mirror

Sto camminando nel buio, nudo, l'eco dei miei passi si trasporta chissà dove in quell'immensa distesa ombrosa.
Sono nudo, mi osservo mentre muovo lento e cadenzato verso l'ignoto.
Inizialmente è solo una figura lontana, un bagliore improvviso e tenue che mi attira, man mano che mi avvicina lo scorgo con più chiarezza e consapevolezza: uno specchio immerso nel buio.
Incrinato in più punti, quasi stanco e piegato dal tempo e dallo spazio, opaco in molte zone; restituisce una luce riflessa strana, non pulita.
Mi avvicino con calma, non ho nessun motivo di voler affrettare quel momento, il momento che qualche mala lingua nella mia mente aveva preannunciato, sussurrandomi nel sonno.
Passa poco, che sono fermo davanti all'enorme specchio, riesco a vedere i punti che lo tenevano in piedi, dritto e solido: Mika, Electra, Nancy, Scott.
Ogni punto si aggrappa ad un lato dello specchio con la forza di un artiglio, riesco a vedere i danni che hanno provocato; le incrinature profonde di Mika, di Electra e di Scott e poi c'è la spaccatura diagonale di Nancy. La spaccatura che tutti gli altri punti, che ancora non hanno snaturato il loro compito, stanno tenendo unita: Cane, Lelaine, Arch, Anya.
Ma è questione di poco tempo ormai, lo so.
Qualcuno l'avrebbe spaccato definitivamente prima o poi, non poteva sopravvivere a lungo, non dopo quello che è successo.
Per questo sono qui.
Per questo mi sto avvicinando.
Per questo ora vedo il mio riflesso e quello di Cane, nello specchio.
<Woof>
Mi volto, ma non è di fianco a me, è solo nello specchio.
Cambio postura, alzo il braccio, mi sposto indietro con la gamba destra e poi scatto in avanti con il pugno, il pugno che si infrange sullo specchio.
E Nel buio, nell'oscurità, una immensa pioggia di frammenti scintillanti, con gli ultimi bagliori in un arcobaleno, prima di spegnersi definitivamente e rovinare per terra in un tonfo sordo.
Ansimo, soffro... Il pugno sanguina.
Ma il lavoro non è ancora finito.
<Woof>
<Si, lo so>
Mi armo delle mie mani e delle mie dita e prendo i frammenti più grandi, quelli rimasti e li rimetto in un ordine apparente, incollandoli tra loro con il poco legante che mi è rimasto, il legante che non mi ha ancora abbandonato.
Ed infine ecco ciò che rimane della mia anima: un piccolo specchio sgangherato, crepato in più punti, ma finalmente libero, epurato dagli artigli e dal dolore.
La luce che emette è ancora sporca, opaca e sinistra...
<Woof>
<Si Cane, basta così>
<Woof?>
<Puliremo ciò che rimane di questa mia anima molto presto, non ho cambiato idea>
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare; mentre abbandono quel luogo, ritornando ai dolori ed alle fatiche del mio corpo, sento di nuovo quelle parole, così profonde, così fastidiose, eppure così vere...
Sei un brav'uomo, Bernardo
<Tra poco, Lela, tra poco>

Nessun commento:

Posta un commento