domenica 21 aprile 2013

Circostanze

Finito il lavoro alla Blue Sun, oramai a notte fonda, trascino i miei passi verso l'Afterlife.
Spingo la porta con una fatica esasperante: a quell'ora il locale è deserto, non fosse per una figura dai capelli biondi in abiti eleganti.
Non vedo Dhemetra da molto tempo, qualche mese oramai, mentre mi avvicino al bancone il viso della donna si volta in mio favore e per un attimo insignificantemente piccolo ogni mio affanno si cancella, spazzato via da una brezza fresca e rinvigorente.
E' solo un attimo, perchè la donna bionda non è Dhemetra.
Mika mi fa cenno di avvicinarsi, mostro un cenno di riluttanza all'inizio, ma infine mi vado ad accomodare su uno sgabello libero poco distante da lei.
<L'incontro per il versamento dell'assegno è tra due settimane, cosa ci fai qui?> Chiedo mentre il barista mi porta una bottiglia di whiskey e relativi bicchierini.
Ferita nell'intimo, come se la mia distanza e la mia diffidenza non fossero pienamente giustificate, sospira triste.
<... Frequenti ancora quella Troietta della Shouye?>
Il metro di distanza tra me e lei si consuma rapidamente; la mia mano destra che tiene ancora il bicchiere in mano si scaglia contro il volto della donna che non ha tempo e modo di evitare il colpo.
Quando mi calmo, lei è a terra, piange. Nella mia mano sono conficcate alcune schegge di vetro.
Dopo qualche minuto la sua domanda torna alla mia mente, non so che rispondere in principio.
<Non sono affari tuoi>
<Sei un bastardo, Bernardo> sibila soffocata dal respiro rapido e corto.
La prendo per i gomiti e la tiro in piedi facendola sedere sullo sgabello; le tolgo in malo modo le mani dal viso, quasi il contatto mi desse fastidio, e controllo le ferite che ha riportato.
Finito il lavoro torno a voltarmi verso il bancone, afferro l'altro bicchierino.
<Non c'è bisogno che me lo ricordi, lo so benissimo, ora te ne puoi andare>
Mi verso un generoso bicchiere di whiskey e lo bevo tutto d'un fiato, prima che lei dica qualcosa sono io a porle una domanda
<Sai perchè il whiskey è il mio alcolico preferito?>
<Non mi interessa...> dice debolmente lei, non scollandosi da lì tuttavia.
<Perchè è quello che mi fa più schifo>
<Non frequenti più quella donna?>
Torno a voltare lo sguardo su Mika, i suoi occhi tradiscono un sentimento che ben conosco. Sorrido malignamente.
<Sei gelosa di un'accompagnatrice della Shouye, Mika?>
<Si> dice lei concentrando lo sguardo sulle nervature del legno del bancone.
<Ne sono lieto>
<Lo so>
La bottiglia giunge a metà contenuto prima che lei riprenda a parlare.
<Credi ci sia qualche speranza per noi?>
Valuto in silenzio le sue parole mentre faccio roteare il liquido chiaro nel bicchierino.
<Sei stata scaricata?>
<... Qualche settimana fa>
<Spero tu non sia incinta, non ho nessuna intenzione di farmi carico di un figlio non mio, ma soprattutto tuo>
Sono acido e gelido, cattivo nel profondo; se il male avesse un colore ora sarei di quel colore.
<Ho bisogno di un anticipo>
<L'assegno verrà versato tra due settimane>
Si zittisce, sta in silenzio per lunghi istanti, una lacrima le scende lungo la guancia. E' sempre stata un'attrice fenomenale...
<Ogni cosa ha un prezzo> Dice una parte di me e prima che me ne renda conto la sto fissando e mi sono spostato di uno sgabello in sua direzione.
<... Cosa vuoi in cambio?>
La prendo per il braccio e la tiro a me...

Un'ora dopo sto lasciando l'albergo, non ricordo nemmeno il nome, mentre lei dormiva le ho lasciato un assegno che le permetterà di tirare avanti fino al prossimo incontro.
... Mentre eravamo sotto le coperte piangeva ed in quel momento ho consumato una vendetta che da tempo attendeva di essere saziata.

giovedì 11 aprile 2013

... Guilty

Mi trascino con la sedia a rotelle fino alla finestra della suite all'ultimo piano di uno dei più ricchi hotel di Capital City.
E' la notte prima dell'asportazione della steccatura alle gambe, potrò tornare a camminare dopo l'episodio di furiosa violenza di Electra alla notizia delle mie dimissioni anticipate.
Cane si sta godendo il suo soggiorno qui, lo vedo ora nel riflesso della grande finestra: è sdraiato nella sua cuccia di fianco al mio letto e sembra che dorma come non ha mai dormito fino ad ora.
Sembra.
Metto a fuoco le stelle a discapito dell'interno della camera, ma devo spegnere la luce per poterle vedere meglio. Lo faccio e non appena poso gli occhi nuovamente sul cielo mi rendo conto che sto fissando un corpo celeste in particolare e so benissimo perchè il mio sguardo è stato calamitato lì...

Richleaf, il più progredito di tutti i paesi dell'Outer Rim.
Richleaf, il pianeta della convenienza e delle contraddizioni di Maracay.
Richleaf, il pianeta della droga.

Due settimane prima delle mie dimissioni, ero vestito da Richleafiano e stavo girando per i quartieri periferici di Maracay.
Sapevo di dover andare al laboratorio di sintetizzazione di proprietà dello Skyplex, ma sapevo come ogni volta che stavo allungando il percorso.
Questa punizione mi sembrava abbastanza adeguata all'epoca, ma con il tempo è diventata via via più insignificante.
Mi sforzavo di osservare come la droga che producevo in laboratorio trasformava quei luoghi e le persone che vi vivevano, riconoscevo gli spacciatori e riconoscevo i consumatori.
Su Richleaf prevalentemente poveri che passavano la giornata alla ricerca dei soldi necessari per farsi una dose di Blast o di Switch; mangiare era secondario.
In tutti quei traffici, dentro e fuori Richleaf, io ero come un Re che muoveva e recideva in maniera indiretta e silenziosa i fili delle loro vite.
Tutto si è acuito quando Electra ha cominciato a farsi di Blast, è ben noto che finchè determinati avvenimenti non ti toccano nell'intimo sono lontani e sfocati...

Il mio sguardo torna a focalizzarsi sulla cuccia di Cane riflessa dal vetro: è vuota.
Mi volto di scatto temendo che anche lui possa avermi abbandonato, ma lo trovo seduto accanto a me che mi fissa con sguardo intelligente.
L'alcol è un buon amico, ma il pulcioso sa dare consigli migliori.