mercoledì 20 novembre 2013

A Dream

Sono seduto sulla veranda della mia piccola casa in mezzo ai campi su Greenfield, ho settant'anni, un'operazione al cuore alle spalle, la consapevolezza che ogni volta che guardo il tramonto potrebbe essere l'ultima.
John, mio figlio, esce dalla casa in legno di quercia e mi allunga un foglio elettronico; lo prendo e comincio a scorrerlo, riguarda il progetto per un farmaco contro la recente epidemia di Febbre Nera che ha colpito Richleaf, creato da me e Lelaine.
Nostro figlio si è proposto di commercializzarlo, lo guardo dritto negli occhi, non posso non essere fiero dell'uomo che sta diventando.
Poco dopo scatta fuori di casa mia figlia Marij, di un paio d'anni più giovane di John, la porta aperta nella foga giovanile sbatte violentemente contro il muro interno, ma lei non si volta, continua a correre con Doom, il pastore tedesco, dirigendosi verso i campi.
Verso sera torna a casa Lelaine, saluta i nostri due figli con tanto affetto e chiede di me, io la sento attraverso il tetto, sul quale osservo la volta celeste. Odo allora i passi della dottoressa, mentre esce e si arrampica a sua volta sulla scala a pioli, per camminare cauta e sedersi accanto a me.
<E' pronto tesoro> Ha quarantotto anni, è più bella che mai
<Si, ho sentito> Le rispondo io con gentilezza
<John mi ha fatto vedere la sua idea per commercializzare il farmaco>
<Si, l'ha fatta vedere anche a me, è un'ottima idea, gli ho dato qualche consiglio>
<Conoscendoti, l'avrai criticato a morte> Lei ridacchia, rido anche io
<Non ce ne è stato bisogno, ha avuto davvero un'ottima idea, brillante>
Stiamo poi in silenzio a lungo, entrambi guardiamo il paesaggio notturno, il cielo stellato
<A cosa pensi?> Mi domanda
E' in quell'istante che mi fiondano in testa i ricordi del passato, violenti e pesanti, mi ricordano chi sono stato e chi sono ora, la vita a cui ho costretto Lelaine e i miei figli, il rischio, le privazioni. Succede così ogni notte ed ogni notte penso che nonostante tutto questo, nonostante la mia storia e il mio egoismo...
<Che sono felice>
Ci abbracciamo, il mio sguardo si sposta sulla radura scura, un'ombra fa capolino sotto la luce della luna, per un istante ne vedo il muso, le orecchie penzolanti, l'andatura goffa...

Sono qui, vecchio mio
Lo so

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