giovedì 11 aprile 2013

... Guilty

Mi trascino con la sedia a rotelle fino alla finestra della suite all'ultimo piano di uno dei più ricchi hotel di Capital City.
E' la notte prima dell'asportazione della steccatura alle gambe, potrò tornare a camminare dopo l'episodio di furiosa violenza di Electra alla notizia delle mie dimissioni anticipate.
Cane si sta godendo il suo soggiorno qui, lo vedo ora nel riflesso della grande finestra: è sdraiato nella sua cuccia di fianco al mio letto e sembra che dorma come non ha mai dormito fino ad ora.
Sembra.
Metto a fuoco le stelle a discapito dell'interno della camera, ma devo spegnere la luce per poterle vedere meglio. Lo faccio e non appena poso gli occhi nuovamente sul cielo mi rendo conto che sto fissando un corpo celeste in particolare e so benissimo perchè il mio sguardo è stato calamitato lì...

Richleaf, il più progredito di tutti i paesi dell'Outer Rim.
Richleaf, il pianeta della convenienza e delle contraddizioni di Maracay.
Richleaf, il pianeta della droga.

Due settimane prima delle mie dimissioni, ero vestito da Richleafiano e stavo girando per i quartieri periferici di Maracay.
Sapevo di dover andare al laboratorio di sintetizzazione di proprietà dello Skyplex, ma sapevo come ogni volta che stavo allungando il percorso.
Questa punizione mi sembrava abbastanza adeguata all'epoca, ma con il tempo è diventata via via più insignificante.
Mi sforzavo di osservare come la droga che producevo in laboratorio trasformava quei luoghi e le persone che vi vivevano, riconoscevo gli spacciatori e riconoscevo i consumatori.
Su Richleaf prevalentemente poveri che passavano la giornata alla ricerca dei soldi necessari per farsi una dose di Blast o di Switch; mangiare era secondario.
In tutti quei traffici, dentro e fuori Richleaf, io ero come un Re che muoveva e recideva in maniera indiretta e silenziosa i fili delle loro vite.
Tutto si è acuito quando Electra ha cominciato a farsi di Blast, è ben noto che finchè determinati avvenimenti non ti toccano nell'intimo sono lontani e sfocati...

Il mio sguardo torna a focalizzarsi sulla cuccia di Cane riflessa dal vetro: è vuota.
Mi volto di scatto temendo che anche lui possa avermi abbandonato, ma lo trovo seduto accanto a me che mi fissa con sguardo intelligente.
L'alcol è un buon amico, ma il pulcioso sa dare consigli migliori.

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